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Difendiamo la residenzialità: occorre regolare le locazioni turistiche brevi

Difendiamo la residenzialità: occorre regolare le locazioni turistiche brevi

Il 27 aprile al Ministero del Turismo si sono riuniti la Ministra Santanché e i rappresentanti di ANCI e di molti importanti Comuni italiani; si è discussa la necessità di arrivare ad “una proposta di legge che disciplini gli aspetti normativi delle locazioni brevi”.
La Ministra si è impegnata a farlo entro fine maggio, condividendo la proposta “con tutti i livelli”.
Crediamo che tra i “livelli” da coinvolgere in questo percorso non si possa escludere quello delle associazioni di cittadini che vivono sulla propria pelle l’impatto del turismo nelle città e sosteniamo l’iniziativa promossa da Alta Tensione Abitativa, movimento dal basso nato a Venezia nel marzo 2022 per alzare il livello di attenzione pubblica e istituzionale sul rapporto tra diritto alla casa e turismo.
Oggi il movimento è diffuso in tutto il territorio nazionale e poche settimane fa ha presentato la “proposta di legge nazionale sulle locazioni turistiche brevi”, a cui hanno aderito associazioni e movimenti civici di tutta Italia ed anche amministrazioni di importanti città italiane coinvolte dal fenomeno (Bologna, Milano, Torino, Napoli).
Iniziamo da qui, per progettare una città che accolga chi desidera visitarla e conoscere le sue ricchezze artistiche, storiche, culturali, senza per questo diventare inaccessibile ai suoi stessi abitanti.

qui il nostro post su Facebook

 

25 APRILE 2023 FESTA DELLA LIBERAZIONE A PADOVA

25 APRILE 2023 FESTA DELLA LIBERAZIONE A PADOVA

Coalizione Civica per Padova partecipa alle diverse commemorazioni della Festa della Liberazione

Oggi, #25aprile, dopo la cerimonia in Piazza Caduti della Resistenza, abbiamo simbolicamente posto una targa che recita “crimine di guerra fascista” sotto il cartello di via Tembien.
È quello che abbiamo proposto con una mozione, votata oramai più di un anno fa dal consiglio comunale, con la quale l’amministrazione di Padova si impegnava a restituire verità storica a tre strade del quartiere #Palestro: via Tembien, via Amba Aradam, via Lago Ascianghi.
Sono strade intitolate a tre luoghi in Etiopia teatro di alcuni dei peggiori crimini di guerra fascisti e pensiamo a quei tre nomi debbano essere aggiunte altrettante targhe per spiegare e definire il significato di quei nomi: crimini di guerra fascista, appunto.
Oggi, a un anno di distanza, non a caso nel giorno della Festa della Liberazione, abbiamo scelto di mettere dei cartelli simbolici, per sollecitare nuovamente l’amministrazione a tenere fede a quanto votato dal consiglio.

PROTEZIONE SPECIALE, LA VERGOGNA DEL DECRETO 20/2023.

Sul decreto 20/2023, che non chiameremo decreto Cutro, per rispetto delle centinaia di uomini, donne, bambini e bambine annegati in queste ultime settimane nel mediterraneo, ed in particolare sull’abolizione della protezione speciale, stiamo assistendo ad una nuova puntata della telenovela del marketing elettorale continuo e della crudele inutilità delle politiche italiane sull’immigrazione.

La protezione speciale è una delle risposte possibili a chi arriva in Italia richiedendo protezione internazionale, oltre al diritto d’asilo ed alla protezione sussidiaria. Viene riconosciuta a chi, in caso di espulsione, rischierebbe la vita nel paese d’origine; a chi nel nostro paese ha relazioni familiari (art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti Umani); o ha maturato un inserimento sociale e lavorativo che, paragonato alle condizioni del paese di provenienza, sarebbe irraggiungibile in caso di rimpatrio. 

 

Quasi tutti gli altri paesi europei prevedono istituti simili. E’ comunque un’applicazione del dettato costituzionale (art. 10 Cost.)

La maggioranza di Governo ha provato ad eliminarne la previsione, violando palesemente il divieto di respingere o espellere una persona straniera se questo va contro i suoi “obblighi costituzionali o internazionali”.

Poi probabilmente si sono resi conto che una legge che tenta di derogare agli obblighi internazionali ed alla stessa Costituzione è vagamente a rischio di essere considerata incostituzionale, ed hanno abbandonato l’emendamento, pur mantenendo la ferma volontà (ed indicazione alle strutture decentrate) di arrivarne all’abolizione. 

Ne risulta quindi che – come normale e giusto, fino a quando resteremo una democrazia non isolata – continueremo ad essere vincolati queste norme; e che chi con buone ragioni farà ricorso a fronte di un eventuale diniego, molto probabilmente lo vincerà in Tribunale. In tribunale però, e non direttamente in Commissione. 

Conseguenze reali, insomma?

Quella di tormentare  persone che già hanno dovuto affrontare viaggi allucinanti, costosi e spesso mortali, e che già sono state confinate in un eterno limbo di attesa per accedere all’avvio della procedura di richiesta della protezione internazionali (in questo momento i tempi di attesa per fare richiesta variano, a seconda delle questure, fra sei e nove mesi: e si attende ulteriormente a lungo il passaggio successivo, quello dell’audizione in Commissione Territoriale).

L’ingolfamento ulteriore del sistema giustizia, che si troverà nuovamente ad affrontare un enorme contenzioso derivante dalla “stretta” voluta dal governo.

Ovviamente con nessun effetto sulla quantità di esseri umani che continueranno a cercare di sbarcare sulle nostre coste (che, tra parentesi, salvo i casi di inespellibilità, non sono soggetti che possono usufruire della protezione speciale “per integrazione”), come dimostra il fatto che dopo l’emanazione del decreto gli sbarchi non sono diminuiti, ma aumentati.

E senza alcun esito “positivo” nemmeno per gli autoctoni. Non si vede quale sia il vantaggio per un autoctono o per lo Stato se una persona che sta qui non abbia il permesso di soggiorno, rimanendo marginizzato, invece che averlo e vivere lavorando, studiando, regolarmente. 

Insomma, come da troppi anni a questa parte, molto fumo, continua persecuzione inutile di una parte della nostra popolazione, continui tentativi di forzare aggirare eludere la Costituzione, solo per marketing elettorale. Per truffare i cittadini elettori, in una parola.

P.s. il numero di permessi per protezione speciale nel 2022 in Italia ammonta a  10.506, ed in Governo dice che “sono troppi”. Il numero di persone di origine Ucraina accolte in UE nello stesso anno – senza procedura di asilo e senza che l’Unione sia crollata sotto l'”invasione” è di oltre quattro milioni. 

Bastano forse questi due numeri per raccontare l’assurda e l’inutile crudeltà del Governo.

 

 

 

 

Le macchie sul pianeta sono indelebili.

Le macchie sul pianeta sono indelebili.

Il reato di associazione a delinquere è il reato di chi si ostina a distruggere il pianeta.

 

Tutti gli accordi internazionali sul clima sono stati sistematicamente disattesi e ci avviamo verso il collasso climatico. La politica ha pochissimo tempo per decidere i provvedimenti da attuare con urgenza per contenere la catastrofe. Di fronte a questa realtà, a nulla sono valsi gli appelli della comunità scientifica di tutto il mondo, a tutt’oggi inascoltati, e i report dell’IPCC.

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Le richieste dei cittadini preoccupati si sono espresse attraverso marce, convegni, scioperi: tutto ciò non è bastato. Per questo, in tutta Europa si fanno sentire con azioni eclatanti, accompagnate da grande risonanza mediatica. E mentre nessuno di noi ormai ricorda, per esempio, i persecutori delle suffragette, ogni giorno beneficiamo degli effetti delle loro campagne di disobbedienza civile.

Alcuni nostri concittadini, alcuni nostri studenti, sono stati denunciati per associazione a delinquere per aver messo in atto azioni non violente e puramente dimostrative, che non hanno arrecato alcun danno a persone e cose.

Chiedevano lo STOP dei sussidi pubblici ai combustibili fossili, esattamente ciò che una rete di associazioni chiede in tutta Europa attraverso una serie di campagne di disobbedienza civile (A22), che ha iniziato a sortire effetti positivi – ad esempio In Olanda, dove è stato negato l’accesso ai jet privati all’aeroporto di Amsterdam Schiphol.

Di contro chi continua, con responsabilità politiche gravi, a ignorare l’emergenza climatica e ad approvare provvedimenti miopi o dannosi per il futuro di tutto il pianeta, non verrà mai indagato. Finanziare il fossile o autorizzare il consumo di suolo resta legale, ma è palesemente ingiusto. Mentre chiedere conto del futuro di tutti e tutte è giusto, ma ritenuto illegale.

Riteniamo che il capo di imputazione utilizzato nei confronti di queste ragazze e di questi ragazzi, e delle loro manifestazioni non violente, rappresenti un provvedimento intimidatorio che poco ha a che vedere con la tutela della collettività, tutela che invece andrebbe esercitata ponendo al centro delle scelte politiche ed amministrative il contrasto al cambiamento climatico attraverso una concreta svolta rispetto al modello economico e produttivo attualmente dominante.

Questa è la sfida che dobbiamo cogliere, senza farci intimidire dalla portata delle decisioni che sottende, decisioni che non possiamo ulteriormente rinviare.

A Vicenza il 15 aprile per la sanità pubblica in Veneto.

A Vicenza il 15 aprile per la sanità pubblica in Veneto c’era anche Coalizione Civica per Padova

Sono arrivate tra le 10.000 e le 15.000 persone che, aderendo all’appello di CoVeSaP, hanno sfilato per le vie : una fiumana umana e stata definita, così lunga da stringere, quasi in un abbraccio il centro storico circondandolo. 18 comitati dalle diverse province venete e più di 100 associazioni aderenti, oltre a cittadini e cittadine, si sono dati appuntamento per urlare che “la salute non si vende, la salute si difende”, “non un soldo al privato, la sanità è dello stato”, “non vogliamo carri armati ma più cure ai malati”, “la salute non è un lusso, è un diritto indiscusso”… Questi alcuni degli slogan che, insieme agli altri, hanno accompagnato il percorso in una condivisione di obiettivi e richieste : 50 milioni in più alla sanità per assicurare a tutti i cittadini l’unico diritto definito dalla Costituzione fondamentale : una sanità pubblica e universale.
L’anno scorso a Padova, quest’anno a Vicenza. L’anno prossimo….?
La regione deve sapere che non è finita qui.

SICCITÀ E CAMBIAMENTI CLIMATICI: UN PROBLEMA STRUTTURALE

SICCITÀ E CAMBIAMENTI CLIMATICI: UN PROBLEMA STRUTTURALE

 

L’acqua è fondamentale per tutti gli aspetti della vita: per la salute e benessere dell’uomo, per la produzione di energia e cibo, per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. Eppure l’acqua scarseggia ovunque e la siccità è ormai un problema strutturale: uno dei prezzi pagati al cambiamento climatico. E’ evidente che il problema non è causato esclusivamente dalla riduzione della pioggia o della neve degli ultimi anni. Il permanere delle elevate perdite idriche della rete di distribuzione con una media nazionale del 42,2% del volume immesso in rete (ISTAT 2022) causate dalla mancata manutenzione delle reti, dalla mancanza di controlli e dall’assenza di investimenti degli enti gestori, rendono obbligatorio effettuare piani di investimento per ridurre questi importanti sprechi e per ammodernare le reti.
Dobbiamo prepararci a una realtà nuova, caratterizzata anche da una riduzione della disponibilità idrica – l’attuale media annua è del 19% nell’ultimo trentennio rispetto al precedente (ISPRA, 2022) -e cambiare, anche ponendo rimedio agli errori del passato, per salvaguardare questa risorsa. Invece di intervenire sugli effetti si deve intervenire sulle cause, attraverso una strategia ad ampio raggio che dovrebbe avere al centro un adeguato Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, basato sulle più aggiornate conoscenze ed esperienze realizzate in Europa, utilizzando soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions) per favorire una corretta ricarica delle falde, per creare aree di laminazione naturale, per favorire processi di auto-depurazione e per ridurre, in generale, la vulnerabilità del nostro territorio. Va anche ridotto il fabbisogno di acqua in agricoltura che utilizza oggi il 60% della risorsa di acqua disponibile, promuovendo l’agroecologia. Per ridurre la dipendenza dall’acqua della nostra agricoltura, andrebbero incentivate l’agricoltura biologica e le altre pratiche agricole che incrementano la sostanza organica nel suolo che trattiene l’acqua e privilegiare le colture che richiedono una ridotta irrigazione. Sarebbe necessario, inoltre, rivedere le concessioni idriche dando priorità agli usi idropotabili, all’agricoltura e all’ambiente, evitando, o riducendo drasticamente, utilizzi inopportuni di acqua (come ad esempio la produzione di neve artificiale). E ancora, riteniamo indispensabile ridurre il consumo di suolo che avanza ad un ritmo di 19 ettari al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni, avviando azioni di recupero e ripristino ambientale di aree urbanizzate in disuso. I nuovi invasi non risolveranno il problema: il proliferare di nuovi invasi e programmi d’intervento straordinari, dettati dall’emergenza, derogando dalla pianificazione ordinaria e dai suoi vincoli territoriali, rischia di peggiorare la situazione, aggravando il bilancio idrico complessivo degli ecosistemi e delle falde. Ma è proprio quello che sta facendo il governo che ha attivato una cabina di regia in vista del varo di un “Piano acqua” di contrasto alla siccità che è fondato su tre assi: la nomina di un Commissario Straordinario, norme di semplificazione e deroghe per accelerare i lavori, risorse economiche destinate alla creazione di invasi e dighe. Nuovamente una proposta di interventi decisamente non adeguati, tardivi e basati sulla logica che rincorre l’emergenza e investe sulle grandi opere senza neanche valutarne l’impatto ambientale. Si tratta di proposte superate, in continuità con le politiche degli ultimi decenni che tentano di ribaltare il risultato finale senza partire dalle cause. Sappiamo già a cosa hanno portato politiche di questo tipo.
Basterebbe rivedere la programmazione di importanti risorse del PNRR dando precise indicazioni sugli interventi prioritari da realizzare che garantiscano risultati ambientali basati su dati scientifici, largamente a disposizione sui rischi climatici del nostro territorio.
Sarà inoltre necessario coinvolgere la cittadinanza per spronarla a cambiare il modo di utilizzare questa importante risorsa: gli italiani sono campioni d’Europa di spreco (220 litri in media abitante al giorno).
Proprio in questi giorni è in corso la conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua, prevista a New York dal 22 al 24 marzo, dove l’UE presenterà importanti impegni per il futuro: è necessario che anche l’Italia dia il segnale di un cambiamento sostanziale di approccio rispetto alle politiche ambientali.

 

 

NIENT’ALTRO CHE RETORICA POPULISTA SULLA PELLE DELLE NOSTRE FIGLIE E DEI NOSTRI FIGLI

NIENT’ALTRO CHE RETORICA POPULISTA SULLA PELLE DELLE NOSTRE FIGLIE E DEI NOSTRI FIGLI

Il tema sono bambine e bambini che crescono in famiglie composte da persone dello stesso sesso e la scelta di dare un’alternativa all’adozione per il riconoscimento di entrambi i genitori, che richiede l’approvazione di un giudice ed ha tempi lunghi, oltre ad essere costosa e ad avere esiti incerti.
Tuttavia, è l’unica strada per moltissime famiglie di vedere riconosciuto un diritto fondamentale: quello di avere le stesse tutele di tutti gli altri nuclei familiari, in particolare per le figlie e i figli.
Quanto fatto da alcuni comuni italiani, tra cui anche Padova, ossia porre rimedio a questa terribile ingiustizia facendo accedere alla registrazione automatica all’anagrafe – grazie a quella che in realtà è una corretta e minuziosa applicazione della legge – in questi giorni sta subendo un drammatico stop dal Viminale.
Negli stessi giorni è arrivato anche il no della Commissione Politiche europee del Senato alla proposta di adozione di un certificato europeo in base al quale il riconoscimento come genitori sarebbe uniforme in tutti gli stati europei.
Nei fatti le azioni del Governo hanno un solo effetto: perpetrare disuguaglianze, ridurre tutele, rendere la vita di migliaia di famiglie più complessa, difficile e rischiosa.
Dopo aver utilizzato i migranti, questo governo si abbatte in maniera indecente sulla vita delle persone e la serenità di queste famiglie per distogliere l’attenzione dai disastri che sta realizzando con le sue politiche.
Sosteniamo convintamente la scelta del Sindaco Sergio Giordani e di Francesca Benciolini Assessora del Comune di Padova di proseguire sulla strada intrapresa, perché rende Padova una città più giusta.

[dal post di Marta Nalin]

Sta succedendo quello che sapevamo.

La postura di questo governo è reazionaria, al servizio dei poteri forti e violenta in molte delle sue espressioni.
Già l’Italia non sta
va tra i primi posti, ora abbiamo messo la retromarcia.
Ogni giorno facciamo un passo indietro.
L’abbiamo visto con la guerra alle persone più povere, attraverso il taglio al reddito di cittadinanza, con la volontà di aumentare il precariato, prima allargando il campo di applicazione dei voucher e poi con la volontà dichiarata di tornare al jobs act di Renzi, sostanzialmente facendo tabula rasa del Decreto Dignità. E ancora la tragedia di Cutro, la scuola del merito, il silenzio sull’antifascismo.
Oggi sono sotto grave attacco i diritti civili.
Sono gravi le dichiarazioni di esponenti della maggioranza di Governo in materia di riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. C’è chi accusa i genitori di “spacciare” per loro il figlio che chiedono di riconoscere, c’è chi ancora parla di disumanità e di contrarietà alla natura, di trafficanti di clandestini e di bambini, chi addirittura ritiene la maternità surrogata un fatto più grave del reato di pedofilia.
È grave che la Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato abbia approvato una risoluzione contraria alla proposta di Regolamento europeo per l’adozione di un certificato europeo di filiazione, privando dei diritti fondamentali 2 milioni di bambine e bambini europei.
È grave che il Ministro degli interni abbia ordinato ai prefetti di vietare ai Comuni il riconoscimento di figlie e figli delle coppie omogenitoriali, a Padova 32 dal 2017 ad oggi.E poi c’è un’altra Italia, quella delle persone.
E delle amministrazioni comunali, che, invece, cercano di stare al passo con la realtà di fronte all’inerzia o all’arretramento del legislatore nazionale. Perché hanno la responsabilità di garantire i diritti di chi fa parte della comunità cittadina, perché sanno guardare oltre confine verso le esperienze più innovative, e così rispondono con concretezza e fantasia ai bisogni e alle istanze di chi abita il territorio comunale.
Anche il Comune di Padova, come si è fatto negli scorsi anni anche grazie a Coalizione Civica per Padova, sceglie di resistere all’arretramento e rilancia per costruire una società più giusta contro parole e azioni sbagliate. Non ci lasceremo intimidire.

[dal post di Chiara Gallani]
Condivido le parole precise di Marta Nalin
Le realtà locali da tempo sono entrate nel campo della tutela dei diritti civili, per mantenere coesa, viva e dignitosa la comunità di persone che rappresentano.
Gli stessi diritti civili su cui Parlamento e Governo agiscono con lentezza o addirittura con una violenta retromarcia, come quella a cui stiamo assistendo
Oggi è tempo di presidiare quei diritti, e di farlo assieme: persone, comunità, movimenti politici, amministrazione.

CONTRO IL CONSUMO DI SUOLO E L’AMPLIAMENTO DEI MAGAZZINI ALI’

CONTRO IL CONSUMO DI SUOLO E L’AMPLIAMENTO DEI MAGAZZINI ALI’

Articolo pubblicato in seguito alla conferenza stampa di Coalizione Civica, di sabato 18 marzo.

 

Luca Mercalli contro il cemento che continua a minacciare il nostro territorio.

Il progetto dell’Hub logistico della società Alì in zona Granze, continua a riscuotere l’attenzione della stampa cittadina. Anche ieri un’ intervista a Luca Mercalli su Il Mattino di Padova sottolinea i rischi determinati dal consumo di suolo nelle città.
Si tratta di un’opera che prevede l’urbanizzazione di 150.000 mq di terreni agricoli: parliamo di un’area due volte Prato della Valle che andrebbe in contrasto non solo con l’attuale Piano degli Interventi – da poco approvato – ma con tutti gli altri Piani già approvati dall’Amministrazione Comunale: Piano del Verde d Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima.
Se in città sono in corso di realizzazione alcuni piani urbanistici approvati in base alla vecchia normativa, ora è tempo di applicare il nuovo Piano degli Interventi. Fare altrimenti significherebbe andare in contrasto con i principi di quanto approvato dopo anni di lavoro da parte dell’amministrazione, del consiglio comunale e degli uffici tecnici.
La richiesta di variante presentata dalla società Alì non può essere approvata, al fine di tutelare le aree urbane ancora agricole rimaste nella nostra città. Significherebbe da un lato dare risposta da un lato alla richiesta dei cittadini e delle cittadine di vedere garantito un miglioramento della qualità della vita, dall’altro divenire nei fatti una città all’altezza degli obiettivi internazionali di lotta ai cambiamento climatici, a cui il Sindaco Sergio Giordani ha aderito.

La nostra presenza in Consiglio Comunale insieme ai comitati contrari all’espansione di Alì.

CONSULTE. BILANCIO PARTECIPATO. BANDI 100%

CONSULTE. BILANCIO PARTECIPATO. BANDI 100%

Il #bilanciopartecipato è una risorsa fondamentale per attivare concretamente la partecipazione nei quartieri.
Si tratta di 350.000€ in totale, 35.000€ per ogni Consulta, da investire sul territorio decidendo con la cittadinanza le modalità migliori. La gestione da parte delle #Consulte e la vitalità espressa nei quartieri hanno saputo dare risposta a numerose esigenze emerse nei territori, nonostante alcune difficoltà.
A partire dal 2022 però, contrariamente a quanto avveniva negli anni precedenti, la copertura delle spese che le consulte decidevano di finanziare poiché riconoscevano l’alta valenza sociale, culturale o civica dei progetti promossi si è ridotta dal 100 all’80%. Ciò ha comportato notevoli difficoltà soprattutto per le piccole realtà di rione, spesso estremamente vitali ma basate esclusivamente sul volontariato.
Le persone nominate nelle consulte per Coalizione Civica hanno sollevato la richiesta di riportare le coperture al 100% degli importi, allo scopo di valorizzare il tessuto sociale aggregativo e fecondo dei quartieri, una modifica che non comporta alcuna erogazione ulteriore di fondi, bensì una diversa gestione degli stessi che permetterebbe di non penalizzare la partecipazione delle piccole realtà di quartiere, prive di fonti rilevanti e continue di finanziamento.
La nostra richiesta è già stata approvata all’unanimità da quattro consulte, a larghissima maggioranza da una quinta, e mentre era all’ordine del giorno per la presentazione nelle altre è stata discussa dalla giunta, tramite l’assessora competente Francesca Benciolini, ed è stata prontamente accolta.
Ora le consulte procederanno con l’affidamento delle risorse, per rendere più animati i nostri quartieri in collaborazione con le cittadine e i cittadini che quotidianamente si spendono in numerosissimi settori di attività.

VERSO UNA PADOVA A IMPATTO ZERO

VERSO UNA PADOVA A IMPATTO ZERO

La città di Padova è stata finanziata nell’ambito del Programma Horizon2020 con il progetto Let’s Governance. Si tratta dei primi finanziamenti nell’ambito di Mission 100 Cities Carbon Neutral, che vede Padova tra le cento città europee che dovranno raggiungere la neutralità climatica nel 2030.
L’utilizzo di questi primi fondi da parte del Comune di Padova saranno finalizzati sulla promozione di Comunità Energetiche Rinnovabili sul territorio, la redazione di studi di fattibilità e l’attivazione di relazioni con i soggetti interessati.
Come Coalizione Civica per Padova crediamo fortemente nella creazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e siamo già da tempo impegnati per la loro promozione e diffusione sul territorio mediante incontri informativi tenuti in ogni quartiere.

Obiettivo di questo progetto è quello di favorire lo sviluppo di nuovi modelli di governance con lo scopo di coordinare visioni, attori, processi e progetti verso l’obiettivo condiviso della neutralità climatica, in particolare affrontare problemi comuni a tutte le città italiane individuate come città pilota, per fornire al termine del progetto un insieme di soluzioni già pronte e replicabili in altre città.

Nello specifico il Comune di Padova investirà questi fondi focalizzandosi sulla promozione di Comunità Energetiche Rinnovabili sul territorio, attraverso la gestione di campagne di comunicazione, la redazione di studi di fattibilità e l’attivazione di relazioni con gli stakeholders più significativi (distributori di energia, operatori, banche, etc.). Formalmente questo lavoro si tradurrà nell’effettiva realizzazione di almeno una comunità energetica a livello comunale.

Oltre al Comune di Padova il progetto comprende le altre 8 città italiane selezionate dalla Mission “Climate Neutral and Smart Cities”:Bologna; Milano; Roma; Torino; Firenze; Prato; Parma; Bergamo.

La consigliera Chiara Gallani, con delega alla neutralità climatica commenta: “Si tratta di finanziamenti che arrivano grazie al ruolo di Padova come città pilota della missione europea sulle città neutrali e grazie al lavoro di rete con le altre città che negli scorsi mesi abbiamo messo in campo. E’ il primo risultato concreto di un lavoro che ci vede impegnati da molto tempo e che è diventato una delle nostre sfide maggiori. Essere tra le cento città nominate dalla Commissione per essere neutrali al 2030 è una grande responsabilità e comporta un notevole impegno. In questo impegno però non manca il sostegno dell’Europa così come la sinergia e la condivisione con le altre città, italiane e non, coinvolte.”

L’assessore all’ambiente Andrea Ragona aggiunge: “Abbiamo deciso di puntare attraverso questo bando sulle comunità energetiche, tenendo conto che tra qualche mese sarà definita la cornice legislativa in merito. Potenziare le attività che noi facciamo sul tema energetico potrebbe tradursi anche nel potenziamento di strumenti per i cittadini per individuare nuove forme di sostegno ora che il Governo ha fatto venire meno la possibilità della cessione del credito e dello sconto in fattura per i bonus edilizi finalizzati all’efficientamento. In questo momento, con le altre città pilota in Italia, stiamo lavorando sull’elaborazione di strategie per raggiungere gli obiettivi richiesti, e questo primo finanziamento va in questa direzione.”

Altre notizie sul progetto Let’s Governance di Net Zero Cities
👉 https://www.padovanet.it/notizia/20230309/comunicato-stampa-140mila-euro-supportare-la-realizzazione-delle-comunit%C3%A0