Il gruppo ambiente si propone di coadiuvare l’amministrazione comunale nella realizzazione del programma di lavoro previsto per la legislatura, attivandosi sui temi ambientali in ragione delle sensibilità, disponibilità, capacità e conoscenze presenti nel gruppo e contribuendo anche – laddove necessario- alla costruzione di opinioni e posizioni di CCP sui temi ambientali, anche legati alla cronaca politica cittadina.
Il gruppo per il 2019 ha un programma di lavoro che si concentra nell’individuazione di proposte primariamente nel campo dell’economia circolare, delle emissioni climalteranti, dell’agricoltura urbana .
Di seguito, la versione breve del programma elettorale.
COLTIVARE LA CITTÀ
La qualità dell’ambiente urbano è fondamentale per garantire una buona qualità della vita delle persone: agire sull’ambiente urbano significa porre le persone al centro delle azioni di chi amministra la città.
1 . MIGLIORARE L’ARIA CHE RESPIRIAMO
- BASTA SMOG: dimezzare entro 3 anni il numero dei giorni in cui si supera la soglia di inquinamento attraverso azioni sulla mobilità, il verde urbano e la riduzione della CO2
- MIGLIORARE IL TRASPORTO PUBBLICO CON MEZZI MENO INQUINANTI: trasporto integrato con mezzi elettrici
- MENO CONSUMI DI ENERGIA: riqualificazione energetica delle abitazioni applicando un nuovo regolamento energetico che applichi principi di risparmio ed efficienza
- IL COMUNE DA L’ESEMPIO: ridurre i consumi dell’illuminazione pubblica, riqualificare gli edifici pubblici, utilizzare mezzi di trasporto non inquinanti
- PROMUOVERE INNOVAZIONE: autoprodurre energia nei quartieri
2. CITTA’ VERDE E RESILIENTE
- RICOSTITUIRE IL SETTORE VERDE: Padova ha bisogno di progettare ed aumentare il verde urbano
- STOP ALL’ABBATTIMENTO DI ALBERI: un regolamento a protezione del verde pubblico e privato prodotto attraverso un percorso partecipato
- 10.000 NUOVI ALBERI IN CITTA’: riforestazione urbana per ridurre CO2 e qualità dell’aria
- PIU’ VERDE NEI QUARTIERI: nuovi parchi e sportello verde in ogni quartiere
- BASTA AREE PAVIMENTATE: recuperare le aree dismesse e depavimentare i parcheggi
3. CITTA’ D’ACQUE
- FIUMI FINALMENTE PULITI: migliorare la depurazione delle acque reflue in 5 anni
- STOP ALLUVIONI: realizzare il piano di adattamento ai cambiamenti climatici
- VALORIZZARE LE VIE D’ACQUA: potenziare il turismo fluviale
- ACQUA BENE COMUNE: rispettare l’esito del referendum sull’acqua pubblica
- PROMUOVERE L’USO DELL’ACQUA PUBBLICA: nelle mense aziendali e negli esercizi pubblici
4. CITTA’ DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA
- AGRICOLTURA AL CENTRO: ripristinare la figura comunale del Responsabile dell’Agricoltura
- STOP ALL’USO DI VELENI IN CITTA’: eliminare i pesticidi ed erbicidi
- PROMUOVERE I PRODOTTI DELLA CITTA’: mercato di prodotti locali a km 0, prodotti biologici prodotti in città
- MENSA SANA: aumentare l’uso dei prodotti locali e biologici nelle mense scolastiche
- PIU’ ORTI SOCIALI: favorire la socialità, la coltura dei prodotti locali
5. VERSO RIFIUTI ZERO – PER L’ECONOMICA CIRCOLARE
- AUMENTARE IL RICICLO DEI RIFIUTI: raccolta porta a porta in tutta la città
- CHI MENO PRODUCE – MENO PAGA: tassa applicata sui rifiuti realmente prodotti
- PREVENIRE E’ MEGLIO CHE BRUCIARE: impegnarsi a ridurre l’uso dell’inceneritore
- SECONDA VITA ALLE COSE: promuovere il mercato del riuso e riciclo
- NUOVO MODO DI PRODURRE: promuovere nuove attività a partire dal riciclo dei rifiuti
L’ambiente urbano è fattore determinante dello sviluppo della città che deve essere declinato attraverso sfide ambientali tra cui la lotta ai cambiamenti climatici, lo sviluppo dell’economia circolare, la riduzione dei consumi energetici, la gestione sostenibile del territorio attraverso lo sviluppo di progetti integrati.
L’ambiente deve essere al centro delle azioni della pubblica amministrazione, dei cittadini e delle imprese.
La città mettendo l’ambiente al centro delle proprie strategie ha delle grandi opportunità di sviluppo sociale ed economico.
Dal punto di vista organizzativo interno all’amministrazione è necessario potenziare il Settore Ambiente con più personale qualificato prima di tutto stabilizzando il personale precario che fornisce lavoro qualificato necessario per le principali attività specialistiche svolte dal Settore.
Una azione trasversale che riguarda la promozione della qualità della vita in città ed il miglioramento delle performance ambientali, che permette di reperire finanziamenti importanti per raggiungere gli obiettivi del programma è potenziare l’attuale attività di progettazione europea portata avanti dal Settore Ambiente.
Obiettivo prioritario la salute dei cittadini
Il problema della qualità dell’aria e delle sue conseguenze sanitarie negli ultimi anni non è stato gestito con attenzione e con interventi significativi, si continuano a registrare concentrazioni inquinanti superiori ai limiti posti dalla Commissione Europea. Sono necessari interventi strutturali che si pongano obiettivi temporali precisi che vanno attuati, monitorati e aggiornati.
Vanno previste azioni che intervengano sia sulla qualità dell’aria che sulle altre matrici ambientali che agiscono e contribuiscono all’aumento della qualità dell’aria: gestione dell’energia, mobilità, urbanistica.
Nella nostra città inoltre negli ultimi anni abbiamo assistito alla diffusione selvaggia di antenne per la telefonia mobile e per le reti wifi che non sono state minimamente controllate né gestite con attenzione dall’amministrazione della città. Vanno presi in considerazione interventi che mitighino quanto finora accaduto come avviene in altre città determinando aggregazione tra i vari gestori e riducendo “l’antenna selvaggia”.
LA PROPOSTA
- dimezzamento dei giorni inquinati entro 3 anni partendo da subito con un piano strategico multisettoriale che preveda anche obiettivi e lungo termine (2030) secondo quanto previsto dalle nuove politiche europee;
- ammodernamento parco mezzi pubblici (no diesel) sia del TPL che i mezzi del Comune gestendo la migrazione verso la mobilità elettrica. Il Comune dovrà inoltre fare un’azione di sensibilizzazione verso gli altri enti pubblici del territorio e coinvolgerli nell’azione di migrazione verso la mobilità sostenibile;
- riduzione del 50% delle emissioni del CO2 al 2030 attraverso la riqualificazione edilizia degli edifici ed impianti pubblici utilizzando nuove tipologie di contratti per finanziare gli interventi e i finanziamenti nazionali ed europei;
- approvare il regolamento edilizio di sostenibilità che preveda regole e facilitazioni per traghettare la riqualificazione energetica degli edifici privati agendo nel contempo sugli impatti dei cambiamenti climatici
- con associazioni definire una politica incisiva di riqualificazione edilizia del patrimonio abitativo privato agendo in collaborazione di categoria, coinvolgendo i cittadini e facilitando l’incontro tra domanda ed offerta favorendo alte performance ambientali e promuovendo progetti finanziati dalla Comunità Europea;
- investire sull’informazione ai cittadini, associazioni di categoria, amministratori di condominio e progettisti attivando sportelli informativi;
- promuovere l’utilizzo delle premialità fiscali ed individuare forme di incentivazione per chi ristruttura in classe energetica alta, cercando di applicare una certificazione ambientale riconosciuta che attesti i risultati raggiunti;
- realizzare la rete di teleriscaldamento collegando aree della città, utilizzando il calore derivante dall’inceneritore. Progetto finanziabile con fondi europei.
- applicare il road pricing nel centro città: come a Milano permetterebbe di ottenere delle entrate di bilancio per interventi su mobilità sostenibile e riduzione inquinamento atmosferico;
- approvare il piano comunale illuminazione pubblica: documento necessario per accedere a finanziamenti regionali e nazionali per riqualificare l’illuminazione pubblica intervenendo con azioni di risparmio ed efficienza energetica e progetti innovativi sull’uso delle luci attraverso la condivisione con i cittadini. Si otterrebbe inoltre la riduzione dell’inquinamento luminoso;
- applicare politiche su spostamenti casa-scuola e casa- lavoro: pedibus, bicibus, biglietti ed abbonamenti ridotti per lavoratori studenti per chi si impegna a non usare auto o scooter;
- regolamento per utilizzo stufe a pellet o legna e caminetti;
- trasporto merci in città con mezzi elettrici, potenziando le esperienze esistenti;
- promuovere progetti per attivare la produzione decentrata di energia nei quartieri;
- promuovere la forestazione urbana ed interventi di greening urbano diffuso per ridurre il consumo energetico;
- adottare azioni per ridurre l’inquinamento elettromagnetico: regole chiare per installazione impianti attraverso l’adozione di un Regolamento che favorisca un percorso con autorizzazioni adottate dopo un percorso partecipativo con gli abitanti dell’area interessata e che garantisca controlli ambientali ed edilizi;
- adottare azioni per ridurre l’inquinamento luminoso in città.
Città dell’economia circolare
Lo sviluppo dell’economia dei consumi ed il concetto di benessere diffuso legato al consumare “facile” ha portato alla nascita di una nuova emergenza tanto ambientale quanto economica e sociale: l’emergenza rifiuti. L’emergenza rifiuti, in generale l’emergenza ambientale, è figlia di un modello errato di crescita, il cosiddetto “take-make-dispose”. Si tratta di un modello lineare che prevede la produzione di un bene, il suo utilizzo ed alla fine l’abbandono e presuppone che le risorse siano infinite, economiche e a basso costo di smaltimento.
L’ economia circolare si basa sull’applicazione – ad ogni livello – dei concetti di riuso, riciclo (comunemente riciclaggio), recupero di materia.
L’economia circolare oltre ad essere un valore aggiunto per l’ambiente dà nuove opportunità di crescita con la creazione di nuovi posti di lavoro e possibilità di risparmio per le imprese. La Commissione Europea ha stimato che tale risparmio si aggira attorno a 600 miliardi di euro.
Il modo di agire che sta alla base dell’ Economia Circolare è ben rappresentato dal motto: FARE DI PIU’ CON MENO!
Riportiamo inoltre alcuni passaggi della pubblicazione della Commisione Europea “The circular economy – Connecting, creating and conserving value”
Sfide
Adesso la transizione verso l’ economia circolare è sostenuto da un numero sempre maggiore di politiche e iniziative. Tuttavia, persistono ancora delle specifiche barriere politiche, sociali, economiche e tecnologiche a una realizzazione pratica e a un’accettazione più ampie:
- Alle imprese mancano spesso la consapevolezza, le conoscenze o la capacità di mettere in pratica le soluzioni dell’economia circolare
- I sistemi, le infrastrutture, i modelli economici e la tecnologia di oggi possono bloccare l’economia in un modello lineare
- Gli investimenti nelle misure di miglioramento dell’efficienza o nei modelli imprenditoriali innovativi restano insufficienti, in quanto percepiti come rischiosi e complessi
- La domanda di prodotti e servizi sostenibili può continuare a essere bassa, in particolare se questi implicano modifiche dei comportamenti
- Spesso i prezzi non rispecchiano il vero costo dell’uso di risorse ed energia per la società
- I segnali politici per la transizione verso un’economia circolare non sono abbastanza forti e coerenti.
Opportunità
Le misure come la migliore progettazione ecocompatibile, la prevenzione e il riutilizzo dei rifiuti possono generare, in tutta l’UE, risparmi netti per le imprese fino a 604 miliardi di euro, ovvero l’8 % del fatturato annuo, riducendo al tempo stesso le emissioni totali annue di gas a effetto serra del 2-4 %. In generale, attuare misure aggiuntive per aumentare la produttività delle risorse del 30 % entro il 2030 potrebbe far salire il PIL quasi dell’1 % e creare oltre 2 milioni di posti di lavoro rispetto a uno scenario economico abituale. I cittadini europei sono convinti dell’esistenza di un solido collegamento positivo fra la crescita, l’occupazione e l’efficienza nell’impiego delle risorse. Un recente sondaggio Eurobarometro ha evidenziato che una forte maggioranza di persone pensa che l’impatto di un impiego delle risorse più efficiente produrrebbe un effetto positivo sulla qualità della vita nel loro paese (86 %), sulla crescita economica (80 %), e sulle opportunità di lavoro (78 %). Questa maggioranza considera inoltre la riduzione e il riciclaggio dei rifiuti nelle case (51 %) e nel settore industriale ed edile (50 %) come le misure che maggiormente influiscono sull’ efficienza nell’uso delle risorse.”
Riteniamo che le attività della futura amministrazione debbano ripartire quindi dal concetto dell’Economia Circolare quale volano per promuovere l’economia del territorio e l’innovazione, oltre che una corretta gestione dei rifiuti che promuova comportamenti virtuosi.
LA PROPOSTA
- attivare progetti che allunghino la vita degli oggetti promuovendo il mercato del riciclo e del riuso, con interventi su logistica e produzione;
- portare la raccolta porta a porta in tutta la città entro 2 anni;
- attivare la tariffazione puntuale nell’ottica della riduzione della TARI, applicando il principio meno produco rifiuti, meno pago;
- dotare il comune di un piano di transizione/dismissione del sistema di smaltimento dei rifiuti basato sull’uso dell’inceneritore: la I e II linea non servono più;
- potenziare gli acquisti verdi nel Comune dando piena applicazione al Piano Triennale ed integrandolo con i settori mancanti secondo quanto previsto dal Collegato Ambientale. Facilitare l’applicazione anche nelle partecipate e negli altri enti pubblici in città, promuovendo l’attivazione di una centrale degli acquisti cittadina;
- promuovere attività in partnership con la grande distribuzione per la riduzione della produzione dei rifiuti: vendita di prodotti sfusi, ecofeste, ecoacquisti ed ecoristorazione;
- promuovere progetti che rispondano ai principi della nuova legge “contro lo spreco di cibo e farmaci” coinvolgendo tutti gli attori presenti nel territorio;
- promuovere la riconversione dell’economia della città attraverso progetti da realizzare in sinergia con imprese, associazioni di categoria, camera di commercio…;
- creare cultura dell’ambiente attraverso finanziamento di interventi di comunicazione e formazione rivolti a tutte le fasce di età.
Città d’acque
La cultura dell’acqua fa da sempre parte della nostra città, ma a partire dagli anni ’50 del 900 è stata notevolmente modificata la sua connotazione ed è stato tombinato il Naviglio Interno. Nel corso degli anni inoltre non è stata posta attenzione alla gestione coordinata della risorsa acqua: acqua potabile, acque interne, smaltimento delle acque tutti temi che sono stati trattati in modo separato.
Riteniamo che vada impostata una gestione integrata delle acque della città per raggiungere alti obiettivi tra loro collegati.
Il Comune deve farsi carico della gestione delle acque, non può delegare alle partecipate, né considerare la gestione delle acque un mero problema tecnico.
La competenza va riportata all’Assessore all’Ambiente.
LA PROPOSTA
- la tutela del reticolo di corsi d’acqua superficiali caratteristici della città e della falda;
- mai più scarichi nei canali: raggiungere il 100% di depurazione delle acque reflue in 5 anni, garantendo il collegamento alla rete fognaria di tutte gli edifici e la suddivisione delle reti per garantire il recupero dell’acqua piovana;
- piano delle acque per la riduzione del rischio idraulico che preveda tra l’altro il completamento dell’idrovia come canale scolmatore;
- stombinamento e rinaturalizzazione dei fossi;
- valorizzazione turistica dei corsi d’acqua attraverso interventi per facilitare la mobilità lenta;
- piena applicazione dell’esito del referendum sull’acqua del 2012: facciamo come a Napoli;
- rimodulazione delle tariffe dell’acqua: più eque e penalizzazione degli sprechi;
- promozione utilizzo acqua pubblica negli esercizi commerciali;
- realizzare interventi che garantiscano la sicurezza idrogeologica della città;
- disinquinare il Canale Fossetta ricettacolo di parte delle fognature delle città;
- gestire, valorizzare e rendere fruibile alla popolazione il lungargine del Fiume Brenta. Il lungargine del Fiume Brenta rappresenta un territorio cittadino di notevole importanza per tutta la città e ne costituisce il naturale confine nord. L’area versa in un generale e storico stato di forte pressione antropica e di scorsa valorizzazione che ne limita la fruibilità da parte della popolazione e garantire nel contempo la funzione ambientale/naturalistica. Si propone di aderire a altre iniziative portate avanti dai Comuni contermini e rivieraschi del fiume per coordinare le attività, garantire maggiori risultati, facilitare il reperimento delle risorse.
Città verde e resiliente
Padova è una delle città con più elevato consumo di suolo in Italia per edificazione selvaggia e incontrollata, ha quindi una bassa percentuale di verde pubblico, in rapida erosione, in particolare i parchi e giardini censiti rappresentano solo il 1,18% della superficie comunale, inoltre è presente molto verde incolto e superfici con aree degradate.
Padova ha solo 40.000 alberi, ovvero lo 0.2 alberi/abitante, si tratta di una scarsa qualità di patrimonio arboricolo che è anche in rapida diminuzione: grandi alberi che vengono non vengono sostituiti (400-500 alberi/anno) o raramente sostituiti da alberi di piccola taglia e di specie ecologicamente inutili.
La capacità di influire sull’ambiente urbano sia sulla qualità dell’aria che sulle isole di calore ed abbattimento di CO2 sta rapidamente diminuendo.
LE PROPOSTE
- ricostituzione del Settore Verde che deve essere assegnato allo stesso assessore che ha la delega all’ambiente;
- prevedere la messa a punto e l’approvazione di un Regolamento a difesa del Verde Urbano (pubblico e privato);
- effettuare impianti boschivi nelle aree marginali, nelle isole spartitraffico, nelle aree minori o di confine, prevedendo arbusti e siepi che garantiscono riqualificazione estetica e aumento della biodiversità;
- parchi diffusi: creazione di nuove aree verdi e parchi a partire dai quartieri dove sono assenti o insufficienti;
- cessare l’abbattimento ingiustificato degli alberi e garantire la consultazione libera da parte dei cittadini delle perizie scientificamente valide per un periodo congruo prima di realizzare l’eventuale abbattimento;
- interventi di depavimentazione(es. aree dismesse /parcheggi);
- riforestazione sostanziale di tutta la città (10.000 alberi di media-grande taglia in 5 anni;
- sportello di quartiere sul verde urbano che siano punti di interfaccia con il cittadino;
Città dell’agricoltura biologica
Padova ha una grande tradizione sull’agricoltura in particolare quella biologica. Vanno rafforzate ed integrate le esperienze per traghettare la città verso l’autosufficienza alimentare.
LE PROPOSTE
- dopo 50 anni, di nuovo un Responsabile dell’Agricoltura a Padova;
- progressiva eliminazione di pesticidi ed erbicidi nelle colture e nella gestione degli spazi pubblici;
- diffusione dei mercati di prodotti locali a km 0 in tutti i quartieri;
- introduzione dei prodotti biologici prodotti dalle aziende cittadine o limitrofe nelle mense scolastiche, nelle mense degli enti pubblici, mercati rionali, ecc.;
- ricostruire la filiera alimentare locale: dalla produzione agricola alla distribuzione e consumo;
- allargare l’esperienza degli orti sociali e scolastici per diffonderli in tutti i quartieri con la collaborazione dei cittadini.