Migliorare i Servizi Sociali

E’ urgente un ripensamento globale dell’intero servizio del Settore Sociale che non lo veda più solo come il luogo dell’assistenza al disagio, ma come il luogo dell’attuazione dei diritti costituzionali dei cittadini, senza distinzione di provenienza, sesso età e condizione personale.

Negli ultimi vent’anni, la nostra città è stata soggetta a profondi mutamenti socio-demografici che – ancor prima della crisi economica – hanno trasformato la fisionomia della comunità locale e hanno posto sfide inedite per il sistema di welfare. Aumento della popolazione anziana e aumento della cittadinanza straniera, diminuzione delle nascite ed emigrazione italiana e straniera con conseguente calo della popolazione giovanile, aumento delle difficoltà economiche sono solo alcuni degli aspetti multiproblematici che il “sistema Padova” ed in particolare i servizi sociali si sono trovati ad affrontare insieme al costante calo strutturale dei trasferimenti al settore avviato già a fine anni ‘90.

La passata amministrazione, secondo i dati del rendiconto, ha tagliato di circa 1,7 mln di € le prestazioni alla persona dal 2014 al 2015 e ha previsto per il 2016 un passaggio da 11,9 mln€ a 8,8 mln€ cioè una previsione di calo di 3,1mln€.

Le continua diminuzione delle risorse per il settore, ha portato alla precarizzazione delle Assistenti Sociali, che hanno il ruolo di cerniera tra cittadino in stato di fragilità ed amministrazione.

LO SPORTELLO SOCIALE

Nell’ambito della tutela di tutte le fragilità, in considerazione della difficoltà per alcune persone  di accedere ai luoghi del servizio, diventa di primaria importanza  semplificare e territorializzare sempre di più gli accessi ai servizi sociali.

Il tema della collocazione delle strutture di servizio,  nell’ottica di una città policentrica, democratica e partecipativa, si configura come tema centrale per la concretizzazione dell’idea portante di servizio: incontrare i bisogni e trovare le risposte insieme.

Una risposta adeguata a questa esigenza base, per esperienze già fatte altrove, sembra essere lo Sportello Sociale (sull’esempio dei comuni di Napoli e Bologna) che si configura , a tutti gli effetti, come  il primo luogo di accesso e accoglienza dei cittadini.

Lo immaginiamo dislocato nei quartieri (nella prima fase in misura di tre e nelle attuali sedi dei consigli di quartiere) con la presenza costante di persona professionalmente qualificata all’ascolto e a conoscenza di tutte le soluzioni possibili per la casistica presentata (assistente sociale o persona formata allo scopo).

Lo Sportello Sociale:

  • offre ascolto, informazione e orientamento in caso di difficoltà come la cura e la tutela dei figli, l’accudimento di una persona non autosufficiente o con problemi economici e/o di inserimento sociale;
  • è il luogo in cui trovare un aiuto per le criticità della vita quotidiana (ad es. conciliare gli orari di lavoro con gli orari di cura dei figli soprattutto nel caso di famiglie monogenitoriali) ma anche il luogo in cui offrire disponibilità per attività di volontariato.
  • offre informazioni sui servizi erogati da altre istituzioni, e dedicati a problematiche sociali (Azienda USL, Associazioni di volontariato, centri di ascolto, le parrocchie ecc.).
  • prende in carico  la persona che si presenta o il nucleo familiare e lo accompagna per tutta la durata dell’intervento stesso.