Parchi e Rete Ecologica per Padova

Il disegno complessivo di “città stellare” voluto dal Piano Regolatore Piccinato (1957) è stato eroso negli anni da continue varianti al PRG che hanno messo a rischio la funzione dei “cunei verdi” di portare gli effetti benefici del territorio aperto dentro la città. Nel medesimo periodo storico, il territorio rurale periurbano è stato oggetto di una forte espansione urbana dettata in parte dall’aumento demografico, ma spesso da speculazione edilizia a favore della rendita fondiaria. Le aree rurali a ridosso della città, suddivise in piccole unità imprenditoriali agricole, hanno relegato la loro funzione alla produzione di cereali in conto terzi, in attesa di una prossima urbanizzazione.

LA PROPOSTA DI COALIZIONE CIVICA PER PADOVA

“Coltiviamo la Città”, e insieme al verde, all’agricoltura, coltiviamo i rapporti sociali che più facilmente si creano in un ambiente sano e sostenibile, per creare una città più inclusiva, accogliente, sicura e che si prenda cura delle proprie periferie, differenze, fragilità.

Coalizione Civica intende realizzare un Piano di sviluppo della rete ecologica comunale che preveda la connessione delle aree verdi urbane con quelle del territorio aperto agricolo:

  1. Parchi, giardini e percorsi verdi interni alla città;
  2. Cintura verde e “cunei verdi” per limitare l’espansione urbana;
  3. Parco Agropaesaggistico Metropolitano Parco del Basso Isonzo, Parco Colli Euganei)
  4. Ridare valore al Settore Verde Urbano

Nel disegno complessivo di rete ecologica comunale vanno individuati progetti di riqualificazione o integrazione delle aree verdi a scala di quartiere, mediante il coinvolgimento di tutti i cittadini in percorsi di progettazione partecipata, facendo particolare attenzione alle periferie.

  1. Parchi, giardini, viali, argini, oggi in gran parte ancora scollegati, possono costituire una rete di natura che collegherà gli elementi della campagna coltivata, attraverso gli spazi verdi urbani al sistema dell’imponente cinta muraria rinascimentale nel Parco delle Mura, anche tramite percorsi ciclabili e pedonali; una sorta di armatura urbana a sostegno sia della biodiversità che della fruizione sociale.
  2. Una cintura alberata ai margini dell’edificato e lungo le tangenziali (green belt) può contribuire a mitigare gli effetti di inquinamento dell’aria, definire una cornice paesaggistica, contribuire alla ridefinizione della rete ecologica comunale.
  3. L’agricoltura urbana, la sicurezza e la sovranità alimentare sono oggi universalmente riconosciuti quali fattori essenziali per lo sviluppo sostenibile dei nostri territori, riducendo la dipendenza dalle importazioni e incrementando la resilienza delle città nei confronti delle crisi economiche e dei cambiamenti climatici. Si avverte infatti oggi la necessità di una nuova strategia di sviluppo rurale non disgiunta da un nuovo modo di pensare la pianificazione territoriale e paesaggistica. Serve adottare una visione diversa e condivisa del territorio; non più uno spazio vuoto da riempire ma un territorio da valorizzare (anche economicamente) con una agricoltura a basso impatto ambientale e soprattutto biologica, che ridia spazio alla rete di fossi e siepi, quale componente importante della riqualificazione del paesaggio veneto.
  4. La chiusura del Settore Verde Pubblico e parchi urbani ha portato di fatto una crescente disattenzione alla qualità del verde urbano, storico o meno, una scarsa manutenzione dei parchi e del verde in genere e uno scollamento a livello decisionale con le volontà espresse dagli abitanti. E’ urgente ripristinare l’autonomia del tema Verde Pubblico, includendolo nel Settore Ambiente, rivedendo il Regolamento sul verde e utilizzando personale specializzato (forestali, biologi, naturalisti, ecc.), permettendo agli abitanti di essere informati con congruo anticipo anche degli abbattimenti e dei progetti di sostituzione rendendo pubblici gli atti più importanti relativi agli abbattimenti, ovvero le perizie tecniche.